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Prodotti Agroalimentari Made in Sicily Cipolla di Bisaquino
Il Magazine sul Made in Sicily
Pubblicato da Sicilianet.net in Agroalimentare Sicilia · 21 Aprile 2024
Il nome “busacchinara” non è riferita ad una bella donzella del comune di Bisacquino, ma ad una suadente cipolla che da qualche anno sta acquisendo nuovi estimatori.



Questa nobile ortiva è stata, per le sue virtù terapeutiche, esaltata in tutti i tempi. Il suo nome botanico, Allium Cepa, non ci dice molto, eppure è un elemento fondamentale della nostra cucina. La Sicilia dispone di un ampio patrimonio di popolazioni locali prodotti prevalentemente per la produzione di bulbi da serbo.  Le cultivar vengono classificate in base alla forma, (allungate o a fuso ed ovali, a trottola, sferiche, subsferiche e piatte), al colore delle scaglie (bianche, gialle rosse, e viola di varia intensità), al periodo di coltivazione e alla destinazione del prodotto. La cipolla di Bisacquino è una varietà molto grossa schiacciata ai poli, dalla tunica rossastra, dolcissima al gusto, molto aromatica, dalla consistenza morbida e carnosa. Il bulbo può superare, abbondantemente, il chilogrammo. L’areale di produzione è il territorio di Bisacquino (Pa) e i territori limitrofi. Si presume che l’origine di questo ortaggio sia l’Asia occidentale.

La cipolla è presentata in modi differenti: dall’insalata, da consumare con il pane, fritta con l’uovo da stendere nella focaccia. Persino è stata esibita come confettura e gelato. E poi ancora profumi, sapori e suoni che si confondono tra le grida  di euforia dei visitatori, che carichi di sacchetti di iuta piene di  cipolle si perdono tra le diecine di stradine che confluiscono nel piccolo catino: “’a chiazza”. Un alveare di strade e case, di case e strade. Salite, discese e salite. Archi, vicoli e cortili. Così è Bisacquino, come l’ha voluto il suo edificatore: i musulmani, uno stile che sapientemente si conserva, grazie all’intelligenza dei suoi amministratori che negli anni si sono succeduti. C’è sempre qualcuno che vanta le antiche origini elime. Pare infatti, che una colonia troiana possa avere trovato rifugio tra le alture del monte Triona. Una montagna che è stata consacrata ‘a Madonna du Vazu”, Madonna del Balzo, una singolare magnificenza religiosa meta di numerosi pellegrini, fatta ergere in seguito ad un prodigioso miracolo. Il tempo è scandito da un meraviglioso orologio della famiglia Scibetta, vanto dell’artigianeria locale. Precisi, puntuali, scoccano le ore con inconfondibili ed intonati suoni. Un singolarissimo museo dell’orologio, forse l’unico in Italia, mostra le attrezzature, le tecniche, i materiali utilizzati dalle due generazioni della famiglia orologiaia, orgoglio della cittadina sicana. Tutto da vedere, insieme a un meraviglioso museo civico. Le chiese sono una grande testimonianza artistica di una comunità che ha sempre ha avuto un rapporto privilegiato con Dio. Per secoli è stata sotto la giurisdizione della Diocesi di Monreale e forse questo ha favorito la consacrazione di numerosi prelati, anche in odore di santità.



In Sicilia arrivò con i fenici, la sua massima utilizzazione si affermò con gli ebrei, tanto da rimanere proverbiale il suo odore insieme all’aglio, che espandeva dalle giudecche. Non è azzardato avanzare l’ipotesi che la coltivazione della cipolla in Bisacquino possa essere collegata alla presenza ebrea nello stesso comune. In occasione della “sagra” la cittadina bisacquinese è stata presa d’assalto. Circa cinquemila visitatori si sono riversati nella suggestiva piazza principale. Una bella soddisfazione per tutta l’Amministrazione nuova di zecca. Il neo sindaco Filippo Contorno, (nella foto) orgogliosamente mostra una meravigliosa cipolla - simbolo della Bisacquino rurale, fatta di gente laboriosa e tenace. Cipolle grandi e dolci come il cuore della sua popolazione. Un amministrazione come dice il primo cittadino – che vuole spendersi per puntare ad uno sviluppo locale autopropulsivo promuovendo tutte le peculiarità territoriali di cui la nobile cittadina vanta da secoli. Valorizzazione di ciò che si è consolidato nel tempo. Le ortive, le produzioni casearie, la ceramica, il ferro battuto, i coltelli, i ricami, elementi da offrire ad un nuovo turismo identitario fatto di identità e originalità. Testimonianze forti, che conservate all’interno del museo civico, sono ancora vive e ci richiamano quella ruralità ritenuta prematuramente morta, e che oggi, si è presa la rivincita diventando elemento di sviluppo.



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