Si scrive Sicilia e si legge amore per il cibo
Pubblicato da Sicilianet.net in ENOGASTRONOMIA · 6 Settembre 2023
In Sicilia non si smette mai di cucinare. Mai! Nemmeno quando la colonnina di mercurio schizza anche oltre i quaranta gradi sul termometro oramai rassegnato alle sue alte temperature.
Le donne siciliane non temono il caldo quando sono in cucina e a dire la verità neanche il freddo e cosa non farebbero per vedere mangiare i propri figli, marito, amici e tutti i parenti arrivati dal Continente e dall’estero!? Perché le lunghe tavolate apparecchiate scoppiettanti di ogni ben di Dio culinario altro non sono che l’alter ego dell’amore. E se le inventano tutte per la buona riuscita di qualche ora di convivialità.
E la crisi? La crisi economica esiste sul serio e questa volta non si può certo parlare di invenzione giornalistica. Ma il piacere di cucinare mette in moto neuroni e fantasia per realizzare piatti buoni senza dover spendere patrimoni che l’euro ha portato via. E si va a rovistare tra i vecchi ricettari, quaderni impolverati dove le nonne “formichine” appuntavano le ricette più ricercate.
E sfogliando viene subito fuori una ricetta adatta al periodo estivo: la caponata, apprezzata sempre da tutti, giovani e meno giovani.
Siamo nel XVI secolo e gli Spagnoli sono i signori della Sicilia, nelle loro tavole sontuose e ricche si consumano cibi pregiati e costosi, come per esempio il capone, l’attuale lampuga, un pesce dalla carne davvero delicata, accompagnata da molluschi e polipo, tutti in agrodolce.
Il popolo ne è al corrente, ma non potendo permettersi tanta ricchezza in tavola e avendo accessibile solo i prodotti che la natura gli regala con pochi spiccioli, sostituisce l’ittico piatto aristocratico con gli umili ma buoni prodotti della terra. E il capone diventa subito capunata (da capone appunto).
Insomma le tradizioni enogastronomiche sicule sono tante, e le ricette parlano di cibo, ovviamente, ma lasciano sottendere l’amore.