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Prodotti Siciliani: LA NOCCIOLA DEI NEBRODI
Il Magazine sul Made in Sicily
Pubblicato da Sicilianet.net in Agroalimentare Sicilia · 10 Marzo 2024
Le nocciole dei Nebrodi sono uno dei fiori all’occhiello della gastronomia siciliana. Se pensate che la frutta secca sull’isola si riduca al solo pistacchio di Bronte vi sbagliate. E di grosso. La Sicilia è tra le prime quattro regioni italiane per noccioleti, ed il territorio dei Nebrodi accoglie l'80% della produzione siciliana di tali frutti. Le nocciole dei Nebrodi rappresentano un vanto ed una risorsa. Per questo meritano di essere conosciute anche al di fuori dei confini siciliani.



Pochi, infatti, sono al corrente del fatto che la Sicilia è tra le prime quattro regioni italiane per noccioleti con i suoi 12 mila ettari, la gran parte dei quali presenti nei Nebrodi. Un patrimonio ambientale e paesistico di straordinaria bellezza e una tradizione secolare, quella della coltivazione, raccolta e lavorazione della nocciola, grazie alle quali ogni anno si ricavano materie prime di alta qualità e prodotti dolciari tipici di notevole prelibatezza.



Le nocciole dei Nebrodi, in dialetto siciliano "nucidde", sono una varietà di nocciole che viene coltivata su un’area che si estende per circa 12mila ettari, terreni che fanno parte del territorio del Parco dei Nebrodi, la più grande area naturale protetta della Sicilia, in particolare nei comuni di Tortorici, Ucra, Castell’Umberto, Longi, Galati Mamertino, San Salvatore di Fitalia e Sinagra.
Si tratta di nocciole dalla caratteristica forma tonda particolarmente apprezzate per la loro consistenza ma anche per il loro aroma e il profumo intenso. La raccolta avviene a partire dalla fine del mese di agosto, quando le nocciole giungono a piena maturazione staccandosi dalla pianta, e viene ancora effettuata a mano. Una volta raccolti i frutti vengono messi all’interno di sacche e trasportati in appositi magazzini.



Storia
La produzione delle nocciole dei Nebrodi risale intorno alla fine dell’Ottocento: in seguito alla crisi della gelsicoltura al posto di queste piante vennero piantati i noccioli (principalmente dei cultivar curcia, carrello, ghirara e minnulare), alberi con grandi capacità di adattamento – a patto che il terreno non sia troppo umido – caratterizzati da una grande produttività. Inoltre grazie alle loro radici fitte i noccioli si rivelarono molto utili per prevenire l’erosione del suolo.



Proprietà e usi
Dopo la mandorla la nocciola è il frutto che contiene il maggiore quantitativo di vitamina E, insieme a composti fenolici (soprattutto nel perisperma), sali minerali e acidi grassi monoinsaturi, che possono aiutare a mantenere in salute l’apparato cardiovascolare e a tenere sotto controllo il colesterolo. Le nocciole dei Nebrodi vengono utilizzate soprattutto in pasticceria, come ingrediente per preparare la pasta reale di Tortorici (dolcetti a base di nocciole pestate, zucchero e farina), le ramette di Longi, i croccantini e altri prodotti tipici della zona, ma anche in gelateria per la lavorazione di gelati e granite.

Al contrario, però, di quanto accaduto per la nocciola piemontese, quella siciliana non viene valorizzata come dovrebbe, pur possedendo caratteristiche organolettiche e nutrizionali riconosciute e apprezzate da molti, esperti e non. Basti pensare che proprio ad Alba, città patria della Ferrero e della nocciola italiana, in occasione dell’ultima Fiera di settore, la nocciola dei Nebrodi veniva spesso indicata tra le diverse varietà come la più saporita nelle gare di degustazione al buio. Eppure sono poche le realtà artigianali e produttive che in Sicilia sono capaci di trasformarla in un’opportunità di crescita e sviluppo.




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