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Editoria Made in Sicily: La tavola è festa. Cibo, riti e ricette di Sicilia by Anna Martano
Il Magazine sul Made in Sicily
Pubblicato da Francesca Ur. in Libri e Autori Enogastronomici Siciliani · 3 Novembre 2021
Anna Martano è giornalista e scrittrice enogastronomica, docente di enogastronomia e gastrosofia, giudice di gara nei concorsi gastronomici, Prefetto Sicilia dell'Accademia Italiana Gastronomia e Gastrosofia, Direttrice Accademica de I Monsù - Accademia Siciliana di Enogastronomia, ed altro ancora... ma in realtà, ama definirsi «una che "cunta i cunti", una narratrice del cibo, una che racconta le tante storie di cui è fatto il cibo...».




Da questo si capisce tutto l’amore per quello che fa e che scrive, in particolare parliamo del libro edito da Ali&no editrice dal titolo “La tavola è festa. Cibo, riti e ricette di Sicilia”. Un libro che «nasce, semplicemente, dall'orgoglio dell'appartenenza» - ci racconta - «Ho constatato, con dispiacere, che, soprattutto nelle nuove generazioni, si è persa la memoria del nostro cibo e della sua ritualità. Molti trentenni non sanno cosa sia la cuccìa ma conoscono perfettamente muffin e sushi, la maggior parte dei siciliani gusta la cheese cake americana ma non sa che la prima, vera, cheese cake della storia è siciliana. E potrei continuare con tanti altri esempi. In questo nuovo libro "La tavola é festa. Cibo, riti e ricette di Sicilia" ho scelto di approfondire il tema del rapporto tra cibo e celebrazione ma anche del rapporto tra cibo e penitenza e ho voluto raccontare usi, tradizioni e piatti dimenticati per riportarli alla memoria collettiva affinché non vadano perduti.»




La cucina, il cibo, non soltanto come piacere del palato ma anche e soprattutto momento di unione, di convivialità. Argomenti noti e a volte ovvi, direte, ma quanto di questi tempi il piacere della comunione della tavola è stato riscoperto perché luogo di ritrovo e di re incontro? Lo abbiamo chiesto all’autrice che ha giustamente osservato come «il lungo lockdown legato all'emergenza pandemica ha costretto le persone a ritornare in cucina; e siccome, come recita l'antico proverbio "triuru 'mpara a chianciri", la necessità è diventata opportunità. Così in tanti, ed è una cosa bellissima, hanno ritrovato il piacere di cucinare, di farlo insieme ai propri cari, ai partner, ai figli, attraverso i social sono stati organizzati picnic del 1° Maggio sul balcone di casa in diretta Facebook e iniziative simili. Questo senso di partecipazione e condivisione è continuato anche dopo e perdura anche adesso che i locali, pur con le limitazioni imposte dal covid, sono aperti. Non si va a mangiare fuori semplicemente per mangiare, lo si fa per stare insieme, per condividere la tavola con una nuova consapevolezza del valore dello stare insieme, del valore della relazione, del valore dell'altro. Come dice un altro proverbio "una sula nn'è bbona mancu 'n paradisu"!».



Il cibo racconta micromondi come quelli di famiglia e macromondi come quelli che ha assorbito nel corso del tempo per arrivare a noi con un ingrediente o un procedimento piuttosto che un altro. Quante storie ci saranno dietro le scelte di cuochi disseminati nel tempo? Anna Martano ci accompagna proprio nella storia della tradizione culinaria siciliana nell’ambito delle festività, snocciolando ricette condite da aneddoti che rendono anche quelle più tradizionali davvero sfiziose. Il collegamento con la famiglia e i ricordi legati alle preparazioni gastronomiche era inevitabile già dalla prefazione di Catena Fiorello di cui Anna Martano conserva un bellissimo ricordo: «E’ una donna straordinaria», ci racconta, «affabile, cordiale, simpatica ... nà fimmununa! [...] è stato naturale chiederle di scrivere la prefazione de "La tavola è festa. Cibo, riti e ricette di Sicilia" e Catena, generosamente e affettuosamente, ha accettato e ha scritto parole che mi hanno onorata e commossa.»



Quando si parla di tradizione è inevitabile non pensare all’innovazione e a tutte le varianti in cui i piatti della tradizione vengono declinati, quindi non potevo non chiedere all’autrice la sua preferenza tra antico e moderno. La risposta è stata “entrambi” con una interessante motivazione: «le rivisitazioni in cucina possono andar bene a patto che, prima, si conosca benissimo la ricetta nella sua autenticità e storicità. Perché una ricetta è davvero come una partitura musicale: entrambe hanno bisogno di studio e di armonia».
Quindi ogni ricetta una storia, senza dimenticare le più famose e dibattute per cui anche la nota diatriba dell’arancina/o ha avuto il suo spazio nel libro di Anna Martano. Ma pagina dopo pagina non ho potuto non chiedermi quanto, di tutte le meravigliose storie legate alla tradizione della tavola durante le feste, sia noto ai più giovani? La risposta è arrivata puntuale e l’autrice mi racconta come «Alcuni fenomeni socio-economici come l'industrializzazione del cibo, la televisione, la globalizzazione hanno prodotto una sorta di appiattimento e di omologazione culturale e gastronomica: ovunque nel mondo troviamo lo stesso caffè e gli stessi panini, sulle tavole natalizie trionfano, in tutta Italia, panettoni e pandori e così via. Ma questo è un impoverimento culturale, se ci omologhiamo tutti, alla fine mangeremo tutti, sempre, le stesse cose. La diversità, al contrario, è un arricchimento per tutti... Se io, da siciliana, sono consapevole della mia identità e della mia unicità saprò offrirla agli altri e, a mia volta, saprò riconoscere l'unicità e l'identità altrui. Questo è scambio fecondo che costruisce relazioni tra le persone e i popoli perché il cibo è un ponte!  Il mio auspicio, ed è questo il senso del mio impegno, è che sulle tavole natalizie delle future generazioni ci sia sempre posto per buccellati e stelle di cedro...»
A questo punto, in epoca di fruizioni veloci, di blog e post mordi e fuggi, un libro, nell’accezione classica del termine a chi è rivolto? Se ormai in cucina si sta con il tablet pronti alla ricerca su Google, e a scrollare una miriade di opzioni per ogni possibile ricetta, il classico libro dove si posiziona? La risposta dell’autrice anche in questo caso è precisa e si potrebbe considerare un punto di partenza per un discorso più ampio. Lo dedica, quindi, ai siciliani «perché ricordino e, a loro volta, trasmettano perché ritrovino lo stesso mio “orgoglio dell'appartenenza”». Lo offre anche ai non siciliani «perché conoscano la Sicilia oltre ogni avvilente stereotipo. […] Offro i miei cunti a tutti i curiosi, a tutti i golosi, a tutti coloro, e sono ancora tanti, che amano il fruscio delle pagine, l'odore dell'inchiostro, il piacere della parola pensata».
Un libro quindi che non promette solo di deliziare i palati ma anche le menti in un viaggio di scoperta e riscoperta di luoghi, di ricordi, di tradizioni di Sicilia e in attesa del prossimo progetto editoriale, di cui l’autrice non dice nulla perché «mai esprimere desideri a voce alta se vogliamo che si avverino...», ci gustiamo “La tavola è festa. Cibo, riti e ricette di Sicilia” di Anna Martano. Buona lettura



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