Caccamo
Km 50 da Palermo, a m. 521, su un contrafforte occidentale del monte San Calogero, nella valle del San Leonardo, sup. 187,8 Kmq,8.691 abitanti, Caccamesi. Cap. 90012, tel. 0911. Economia: agricoltura (cereali, olive, mandorle e uva), allevamenti. La città ha origini antiche, ancora non del tutto chiarite. Il nome (da caccabe teste di cavallo) deriva forse dai Cartaginesi che si rifugiarono qui dopo la sconfitta di Imera nel 480 a.C. Vedi Himera. Gli Arabi favorirono lo sviluppo di Caccamo nel sec. IX e i Normanni ne fecero, col castello, uno dei maggiori centri strategici della Sicilia. Fu poi feudo dei Chiaromonte, sec. XIV, dei Cabrera, 1420 – 1480, degli Henriquez, sec. XVII, e dei De Spuches. Il monumento emblematico di Caccamo è certamente il magnifico Castello che si erge a strapiombo su una rupe rocciosa, saldo e compatto, con cortine continue, bastioni e merli. Sorto in età normanna, forse su un preesistente impianto, subì rifacimenti già dal Trecento, in età chiaromontana, ed altri nel corso dei secoli. Le stesse finestre sulle facciate, e i balconi, testimoniano le varie stratificazioni storico-artistiche. Fu in questo castelloche, nel 1160, si ordinò la congiura di Matteo Bonello contro Guglielmo il Malo. Sul piano detto della Matrice, si trovano la Chiesa Madre, l’Oratorio (con stucchi d’età barocca, purtroppo intaccati dall’umidità ), il Monte di Pietà e la chiesa del Purgatorio. La Chiesa Madre, d’età normanna, 1090, rimaneggiata nel Quattrocento, trasformata nel Seicento, ha una facciata del 1660, notevole per la plasticità della decorazione e per il rilievo di San Giorgio, di Gaspare Guercio. Il possente campanile fu costruito sui resti di una torre chiaromontana. Nell’ interno, a tre navate, si trovano una Croce dipinta del Quattrocento, un fonte battesimale attribuito a Domenico Gagini, la cappella del Sacramento con marmi mischi e tele attribuite a Vito D’Anna; una tela, la Vergine e i Santi, è attribuita a Pietro Novelli. Nella chiesa della SS. Annunziata, medievale, con facciata barocca, si ammirano un pulpito settecentesco di legno scolpito, la decorazione del presbiterio, in stucco, di Procopio Serpotta, e Bartolomeo Sanseverino, e l’Annunciazione, 1725, di Guglielmo Borremans. Vicina è la chiesa di San Benedetto alla Badia, con un pregevole pavimento di maiolica, attribuito a Nicolò Sarzana, sec. XVIII, è una grandiosa inferriata barocca per il matroneo di clausura. Manifestazione.La Castellana di Caccamo, rappresentazione, in costumi d’ epoca, dei vari signori del castello, a metà di agosto(non sempre).