Nel
XII secolo esisteva una piu’ antica chiesa dedicata a S. Nicolo’, fondata per
volere della famiglia Majda. In epoca angioina essa venne inglobata in un nuovo edificio
intitolato prima ai SS. Dioniso, Rustico ed Eleuterio, poi alla Madonna del Soccorso.
Sulla nuda superficie della facciata di staglia il bel
portale, il cui strombo e’ ottenuto con la sovrapposizione di tre archi a sesto acuto
di ampiezza progressivamente digradante. Nelle loro ghiere si inseriscono elegantissimi
intarsi in pietra lavica, e di uguale finezza sono gli intagli del frontone. Un vero
miracolo di virtuosismo tecnico e’ il rosone: dodici cerchi si intersecano a formare
questa straordinaria composizione, il cui centro e’ rappresentato dal piccolo tondo
recante l’Agnus Dei.
Notevoli sono anche il massiccio campanile e il
portale laterale sulla via S. Agostino. L’ingresso laterale immette in un andito nel
quale e’ visibile un sarcofago marmoreo del V o VI secolo d.C. con un ritratto virile
sostenuto da due figure alate. I due pavoni che mangiano ad un cesto di pane sembrano
alludere a simbologie cristologiche. La chiesa ad unica amplissima aula, mostra un vivo
contrasto tra la nuda facciata medievale e lo splendore bianchissimo dell’interno,
tipico degli oratori serpottiani.
Alla meta’ del’600 un incendio ne
devasto’ l’interno provocando il crollo della volta allora sostenuta da capriate
lignee. I lavori di ripristino iniziarono nel 1663, pare sotto la direzione del pittore e
architetto Gerardo Astorino. Nel 1677 venne rifatta la copertura della chiesa con
l’attuale volta a botte lunettata e nel 1681 Antonio Lombardo e Bernardo Infantolino
ne ricoprirono i muri con uno spesso scialbo di intonaco. La decorazione a stucco fu
iniziata nel 1697, quando Giuseppe Musso esegui’ due puttini, una cortina e,
probabilmente, anche i motivi a cartocci tra le finestre. Fu nel 1711 che l’incarico
definitivo dell’abbellimento dell’aula passo’ a Giacomo
Serpotta, al quale
occorse quasi un ventennio per completare la sua opera.
Il Convento di S. Agostino, la cui fondazione e’
tradizionalmente fatta risalire ad una data prossima al 1275, fu nei secoli scorsi uno dei
piu’ vasti appartamenti all’Ordine tra quelli esistenti in Sicilia. Esso si
articola su un armonioso chiostro, edificato nella seconda meta’ del’500, con
arcate a pieno centro intagliate nella viva arenaria e impostate sulle colonne di ordine
vario attraverso pulvini quadriglifati. I capitelli mostrano stemmi relativi alle famiglie
gentilizie che ne patrocinarono la costruzione. La fontana ottagonale al centro presenta,
sulla vasca, una piccola statua tardo-cinquecentesca forse raffigurante S. Ninfa.
Nell’angolo sud-occidentale si apre un robusto portale a sesto acuto
affiancato da bifore. Esso immette nella antica sala capitolare. Degli affreschi
seicenteschi che la ornavano restano visibili S. Girolamo e S. Gregorio. Il piccolo lavabo
con putto su un grifone reggente lo stemma agostiniano porta la data del 1775. La
sagrestia, alla quale si accede da tale ambiente, fu costruita nel 1713 e ampliata nel
1766. Vi si nota sulla volta un affresco con S. Agostino consacrato da Valentino, vescovo
di Ippona.
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