La
Martorana o S. Maria dell'Ammiraglio, chiesa normanna fra le più
interessanti, fondata nel 1184 da Giorgio di Antiochia, valoroso
ammiraglio di Re Ruggero che la dedicò alla Vergine. Poco dopo la sua
edificazione, fu visitata da un viaggiatore arabo, Ibn Gubayr. I secoli
non hanno ancora scolorito la fresca e ammirata immagine che il
visitatore orientale portò con sè lasciando l'isola per altri lidi. Le
pareti interne sono dorate con tavole di marmo a colori, che uguali non
ne furono mai viste; tutte intarsiate con pezzi da mosaico d'oro;
inghirlandate di fogliame con mosaici verdi; in alto poi s'apre un
ordine di finestre di vetro color d'oro che accecano la vista col
bagliore dei raggi e destano negli animi una sensazione di tranquillo
appagamento. Si dice che il fondatore di questa chiesa, del quale essa
ha preso il nome, vi spese dei quintali d'oro. Questa chiesa ha un campanile, sostenuto da colonne di marmo di vari colori e sormontato da una cupola che poggia sopra altre colonne: lo chiamavano il campanile dalle colonne. Il nome di Martorana venne alla chiesa da un contiguo monastero che era stato edificato da Eloisa Martorana (1193). Il turista si fermi ad osservare, fra i mosaici che si trovano nell'interno, quello che raffigura Giorgio Antiocheno ai piedi di Maria di cui invoca la protezione per averle donata la chiesa, come si rileva dal cartello che è presso di lei. Stia attento al particolare che solo la testa e le mani dell'Ammiraglio sono antiche. E tenga conto degli affreschi che si trovano nel prolungamento occidentale: sono del fiammingo Guglielmo Borremans, venuto a Palermo nel Settecento, capo di una famiglia di artisti che lasciarono impronte notevoli della loro arte nella città. In alto, delle grate claustrali darebbero un senso di prigionia, se lo splendore del lavoro in ferro battuto non facesse restare ammirati. |