Ad una quarantina di chilometri da Palermo ai piedi dell’imponente massiccio di Rocca Busambra si trova un ambiente naturale unico nella Sicilia occidentale: la Riserva Naturale Orientata del Bosco di Ficuzza. La gloriosa storia di quella che resta l’ultima foresta siciliana inizia alla fine del ‘700, quando l’allora re delle due Sicilie, Ferdinando di Borbone, unificò i quattro feudi di Ficuzza, Lupo, Lupotto e Cappelliere per farne un’enorme riserva reale di caccia. Ai tempi estesa per più di 12.000 ettari interamente ricoperti da un folto bosco, al suo interno abbondavano lupi, cervi, daini e caprioli, prede preferite del re. Dopo la sua morte avvenuta nel 1805 e con il successivo abbandono da parte della casata reale nel 1825, il bosco iniziò il suo lento declino culminato durante l’ultima guerra nei devastanti incendi appiccati dagli alleati per stanare i soldati tedeschi lì nascosti. Il bosco è attualmente ridotto a meno di un terzo dell’originaria estensione ed è prevalentemente composto da giovane ceduo di sughere, lecci e roverelle con esemplari che non superano quasi mai il mezzo secolo di età. Limitati alle zone più umide sono invece frassino e castagno; mentre nei terreni calcarei si trovano invece boschi di conifere di pino domestico e d’Aleppo.





Il sottobosco si presenta molto ricco anche se piuttosto degradato a causa dell’eccessivo pascolo; dominano infatti il rovo, il biancospino, l’asfodelo, il pungitopo e l’euforbia, notoriamente specie gradite al palato dei bovini. In autunno inoltre il bosco si tinge di rosa e celeste con le vistose fioriture di ciclamini e croti e, dopo abbondanti  precipitazioni, offre agli appassionati di funghi copiose raccolte. Riguardo alla fauna, sebbene siano ormai scomparsi i grandi mammiferi dei tempi borbonici, il bosco di Ficuzza resta comunque uno dei luoghi faunisticamente più ricchi della regione. Qui vivono ancora: il coniglio selvatico, la donnola, l’istrice e tra i predatori, la volpe e molte specie di uccelli rapaci tra cui l’aquila reale. Si possono vedere volteggiare la poiana, il nibbio bruno, il gheppio, il falco pellegrino e con un po’ di fortuna anche il capovaccaio, ultima specie di avvoltoio ancora presente in Sicilia.  Nel folto bosco vivono invece il gufo, la civetta, l’allocco, il picchio rosso maggiore, la beccaccia, il colombaccio, la ghiandaia e molte specie di passeri-formi i cui canti fanno da colonna sonora alle tante escursioni che si possono effettuare in zona sia a piedi che a cavallo.